27 settembre 2018

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Stregoni, pagani ed esseri soprannaturali: l’alterità dei Sami nei racconti popolari norvegesi - Luca Taglianetti

A Genova dal 9 all'11 novembre 2017 si è tenuto il X convegno italiano di Studi Scandinavi a cui ho avuto il piacere di partecipare, dal titolo:

Il diverso, il nemico, l'altro. Figure dell'alterità nelle letterature scandinave.

Il rapporto con l’altro ha da sempre definito lo sviluppo degli individui, delle comunità, dei popoli e delle nazioni. Fosse presenza scomoda ma necessaria, alleato, capro espiatorio, nemico, portatore di uno sguardo diverso e di un arricchimento culturale o materiale oppure di una minaccia reale o presunta, l’altro è stato ed è un elemento costante nell’esperienza umana e ciò si riflette, per esempio, nell’elaborazione delle leggi prima ancora che in letteratura. Nella modernità la riflessione sull’idea dell’altro, degli altri, dell’alterità si è certamente arricchita di nuovi strumenti e nuove sensibilità, pur non avendo risolto gli aspetti critici, quanto mai attuali. Il tema di questo convegno, con il quale, tra l'altro, ricorderemo la compianta Gianna Chiesa Isnardi e festeggeremo i 25 anni della sezione Scandinavistica di Genova da lei fondata, è pertanto particolarmente interdisciplinare: i relatori proporranno riflessioni sulla rappresentazione dell’alterità, sulla sua stessa definizione, sulle strategie di scrittura, sulla tendenziosità e sulla possibile obiettività nella rappresentazione “degli altri”, esplorando il tema sotto molteplici prospettive (letterarie e linguistiche in primo luogo, ma altresì filosofiche, storiche, sociolinguistiche, antropologiche) alla luce del dibattito critico internazionale e nordico.
Le aree linguistico-culturali coinvolte sono la danese, feroese, islandese, norvegese, svedese e svedese di Finlandia nei periodi medievale, moderno e contemporaneo.
I responsabili scientifici del convegno: Paolo Marelli, Davide Finco, Chiara Benati e Andrea Berardini.
Qui potete vedere il link dell'evento.
L'intervento di cui vorrei parlarvi è "Stregoni, pagani ed esseri soprannaturali: l’alterità dei Sami nei racconti popolari norvegesi" tenuto dal professor Luca Taglianetti che ho particolarmente apprezzato sia per il contenuto interessante che per la fluidità della presentazione.


I Sami (finn o lapp), conosciuti generalmente come Lapponi, termine in realtà spregiativo, sono stati sempre considerati in maniera negativa. Vengono da sempre accusati di essere degli stregoni e il pregiudizio su di loro si è diffuso nella letteratura popolare, divenendo esseri soprannaturali pericolosi che praticano l'antica religione pagana.
Nelle saghe medievali islandesi si fa spesso cenno all'abilità magica dei "finnar". Si trovano riferimenti nella Vatnsdæla saga, nella Haralds saga ins hárfagra, nella Örvar Odds saga, ma anche in testi latini come nei Gesta danorum di Sassone Grammatico, nella Historia Norwegie o nel libro di Olao Magno.
In questi testi si narra di lapponi che predicono il futuro, di pericolosi incantesimi d'amore, di esperti di magia che vengono dalla terra dei Finni, frecce magiche e illusioni ottiche.
Addirittura in epoca cristiana si proibiva, attraverso alcune leggi, di recarsi nel Finnmörk (la terra dei Finni), chiedere profezie a loro o credere nelle streghe.
A lungo sono state tentate missioni di conversione nella speranza di sradicare la loro religione e le loro tradizioni. Subirono processi di stregoneria e furono distrutti tantissimi oggetti tradizionali come il tamburo sciamanico. Purtroppo i Sami rimasero in uno stato di subordinazione e discriminazione rispetto alla Norvegia almeno fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale in cui cominciarono a tutelare la loro cultura tramite associazioni permettendo così alla popolazione indigena di sopravvivere.
Anche i folcloristi norvegesi parlano della stregoneria dei sami nei racconti popolari, come il racconto di Ivar Aasen "Il prete e i Finni" che deriva da alcune antiche leggende (le “Leggende del Nordland”). Johan Storaker descrive un esempio di "gand" ovvero un oggetto inviato da uno stregone lappone contro qualcuno, che penetra nel corpo causando dolore. Questi racconti alimentano le paure sui Sami considerati pericolosi, vendicativi e capaci di lanciare il malocchio o far morire il bestiame se gli si nega qualcosa.

Il hugr, che in antico nordico indicava l’insieme degli aspetti spirituali di un essere: animo, mente, cuore, sentimento e desiderio, viene usato nelle credenze popolari per designare qualunque malessere non attribuibile a una malattia fisica. Si diceva che erano i cattivi finni a porlo su qualcuno (Lappen-Hogen o lappe-hugen). Inoltre il hug poteva lasciare il corpo del possessore per compiere azioni buone o cattive, probabilmente quest'idea è collegata ai viaggi sciamanici. Secondo le leggende il hug può andare a casa di qualcuno lontano per portare notizie o trasformarsi in animale.
Anche la figura della völva, la profetessa, si dice che spesso fosse di origine sami. Inizialmente erano tenute in grande considerazione dalle comunità ma poi la paura prese il sopravvento con il tempo causando ostilità verso queste figure.
Per questo motivo, la maggior parte dei casi di parassiti sul bestiame, veniva attribuita all'opera di stregoneria dei sami ed era chiamata finnskott cioè il famoso “colpo del finno” (ma anche dvergskott “colpo del nano”, l’alvskott “colpo dell’elfo” e il gandskott “colpo del gand”) di cui abbiamo testimonianza in moltissimi racconti e leggende popolari norvegesi. Per alcuni il bestiame viene colpito dalla hulder, una creatura soprannaturale femminile del folclore norvegese. Questo porta a ricollegare i sami agli esseri sotterranei delle leggende, come nani, elfi, troll e folletti.
Tutto ciò serviva per emarginare e disprezzare i Sami che altro non erano che un piccolo gruppo etnico sottomesso dai colonizzatori.

Luca Taglianetti si è laureato in Lingue e Letterature Straniere nel 2004 presso l’Università degli Studi di Salerno, con una tesi in Filologia Germanica dal titolo Elementi cristiani nel Beowulf: influsso patristico o morale pagana alterata? Filologo e traduttore di letteratura scandinava, i suoi ambiti di ricerca riguardano tradizioni popolari, leggende, racconti e ballate scandinave, la letteratura norvegese del XIX secolo, la folcloristica. Ammesso nel 2012 come honorært medlem (“membro onorario”) all’Asbjørnsenselskapet, è stato nominato nel 2014 membro del comitato scientifico della collana di letteratura nordica Bifröst, Voci Fuori Scena Editore. Ha tradotto nel 2014 Andreas Faye, "Leggende popolari norvegesi" e Theodor Kittelsen, "Svartedauen. La Morte Nera" e nel 2016 "Åsmund Frægdegjæva. Una ballata medievale norvegese".

4 commenti:

  1. Articolo davvero interessante, sono un'appassionata di queste cose *.* mi trovi tra i lettori fissi

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    1. Ciao Sabrina! Ti ringrazio, sono felice di sapere che ti sia piaciuto e ti interessi l'argomento :)

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  2. Ciao :) anche io sono appassionata di cultura nordica, questo post è molto interessante ^_^ peccato abitare così lontana da Genova!

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    1. Ottimo :D Ci sono diversi incontri in tutta Italia, anche io purtroppo ne perdo molti :( Di dove sei? Comunque cerco di condividere i miei studi o alcune delle conferenze a cui partecipo quando posso :)

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