18 ottobre 2018

# recensioni

Recensione "Troll" di Theodor Kittelsen. Traduzione e cura di Luca Taglianetti


Luca Taglianetti ha tradotto e curato per noi il libro inedito "Troll" di Theodor Kittelsen, illustratore conosciuto sopratutto dagli appassionati di musica metal. Tempo fa alla Sapienza ha tenuto una lezione sui Troll e le creature del folklore norvegese e oggi vi parlo di questo libro che ho amato e che chiunque ama le fiabe e le antiche leggende come me apprezzerà.


Titolo: Troll
Autore: Theodor Kittelsen
Traduzione e cura di: Luca Taglianetti
Editore: Vocifuoriscena
Pagine: 176
Prezzo: 14,00 €

Data di uscita: 2015
Contenuto: La fisionomia attribuita agli esseri soprannaturali del folklore scandinavo, in particolare ai troll, è in parte dovuta alle illustrazioni delle fiabe norvegesi di Theodor Kittelsen sul finire dell'Ottocento. In questo Troldskab (letteralmente "trollerie"), pubblicato nel 1892, i troll sono rappresentati come esseri primordiali che sorgono dalle montagne e dai boschi, stazionano presso i corsi d'acqua, identificandosi in tutto o in parte con gli elementi dell'aspra natura norvegese. È un bestiario ruvido e delicato, in cui testi e illustrazioni fanno sfilare dinanzi ai nostri occhi una straordinaria galleria di esseri fantastici: non soltanto troll, ma anche draghi, folletti, fanciulle marine, sabba di streghe, lotte di giganti, neonati scambiati nelle culle, e ancora nøkker, huldrer, fossegrimer e il draug, lo spirito dei marinai annegati, pronto a esigere il suo tributo di vite nel corso delle tempeste. Immagini e racconti che riflettono il panorama dell'estremo nord della Norvegia, in particolare delle isole Lofoten, con le loro baie, le casette dei pescatori, il mare irto di scogli; che lasciano trasparire l'amore per la solitudine e il fatalismo dello spirito norvegese.
Il mio primo incontro con i Troll risale a quando da bambina andavano di moda quelle bamboline danesi con il ciuffo di capelli colorato che rappresentavano dei troll portafortuna. Erano creaturine simpatiche con grossi occhi tondi e lunghi capelli sgargianti dall'aria buffa. Qualcuno di voi li ricorda?
L'immaginario letterario intorno alle figure dei troll spesso si confondeva con gli orchi, lasciando non poca confusione nella mia mente amante delle creature del piccolo popolo e del folklore.
Anche in Norvegia, prima che Kittelsen donò loro una fisionomia definita, i troll venivano spesso raffigurati ispirandosi ai classici giganti come Polifemo. Grazie alle sue illustrazioni per le fiabe di Asbjornesn e Moe, finalmente anche la figura dei troll norvegesi si consolidò nell'immaginario nazionale e cominciò a diffondersi.
Conoscevo Kittelsen come illustratore e pittore grazie a diversi dischi metal che riportano i suoi lavori e successivamente ho scoperto la sua abilità nella scrittura con l'uscita del libro Svartedauen (che ho recensito QUI)
I Troll sono creature legate alla natura, escono dalle montagne e dai laghi, vivono ne boschi e nei colli e hanno uno spirito antico quanto la Terra.
La cosa più straordinaria è che Theodor Kittelsen stesso afferma di aver incontrato davvero un troll da ragazzo. Le sue illustrazioni dunque si ispirano a questo magico incontro tra i boschi in cui una roccia prese la forma di un troll. Il suo desiderio di avventura si respira in ogni racconto e ci porta anche noi lettori a voler prendere parte di quel mondo ancestrale e oscuro, potente e pericoloso ma più vicino a noi di quanto possiamo immaginare.
La natura norvegese ha un posto di primo piano nell'immaginario delle fiabe nazionali. I Troll diventano parte fondamentale di una ricerca di indipendenza e nazionalismo per una Norvegia che all'epoca cercava di conquistare una coscienza nazionale affrancandosi dal regno danese.
Ma nei racconti di Kittelsen non ci sono solo i Troll, si trovano anche huldrer, nøkker, fossegrimer e altre creature del folklore norvegese. Riesce ad unire storie antiche di tradizione e cultura con nuovi racconti originali. 
Il libro fu pubblicato per la prima volta nel 1892 e finalmente abbiamo l'occasione di poterlo leggere per la prima volta in Italia grazie alla traduzione di Luca Taglianetti che ha curato questa splendida edizione con testo originale a fronte. Kittelsen è un autore importantissimo in patria e con questo libro possiamo ammirarne non solo l'abilità più famosa di fine illustratore, ma anche la sua sensibilità poetica. È indubbio il grande valore letterario dei suoi testi, nonostante abbia scritto poco nella sua vita e si sia dedicato di più alla pittura. 
Questi racconti mi hanno fatto tornare indietro nel tempo, a quando da bambina guardavo le tempeste notturne, il mare mosso o i boschi sconfinati sulle montagne immaginando le creature che lo abitavano. Ci sono racconti divertenti, altri inquietanti, altri ancora lasciano un messaggio profondo. Un libro che si legge velocemente e da leggere e rileggere intorno al fuoco con lo scoppiettio della legna e il bosco fuori a sussurrare echi di ricordi.
Tra tutte le fiabe forse la mia pereferita è "Dragen" un racconto molto malinconico che narra la decadenza di ogni cosa, fa pensare alla vita, alla morte, al passato che non ritorna e alle antiche leggende. Tutto svanisce, ma questa perdita possiamo evitarla ricordando gli esseri soprannaturali della nostra fantasia. Grazie ai racconti passati di padre in figlio, forse non tutta la magia andrà perduta.
Ci sono alcuni passi del libro che mi sono rimasti nel cuore. La narrazione di Kittelsen ha una dolcezza di grande impatto perché ci cattura e ci fa vedere attraverso i suoi occhi un mondo che va oltre ciò che vediamo. Non so come sia riuscito Luca Taglianetti a rendere così bene il suo stile poetico a tratti sembra quasi una canzone da come le parole scorrono fluide come una dolce corrente. Spesso mi sono trovata a rileggere brani ad alta voce per il piacere di assaporare le parole. Questo accade raramente nelle traduzioni, ma Taglianetti è riuscito a fare un lavoro formidabile curando questa edizione.
Questo è il caso in cui due talenti si sono uniti per donare un piccolo capolavoro a noi lettori.




Voi lo avete letto? Che ne pensate?

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