Questo libro l'ho desiderato dal primo momento, lo ritrovavo ovunque e qualcosa mi richiamava inesorabilmente. È una storia che colpisce profondamente e che aveva qualacosa da dirmi, un sussurro per trovare la forza attraverso una storia vera e triste.
Trama: Strega, seduttrice, colpevole, assassina: Agnes Magnúsdóttir è accusata di molte cose. Perché nell'Islanda dell'Ottocento - immersa nella nebbia come in mille superstizioni - lei, con la sua bellezza, il suo animo ribelle, la sua intelligenza troppo vivace, è diversa da tutte. Diversa anche per l'uomo che si è scelta: Natan Ketilsson, un uomo più vicino ai diavoli dell'inferno che agli angeli del paradiso, come mormorano nel villaggio, capace di risuscitare i morti con pozioni a base di erbe conosciute solo da lui. E ora che Natan è morto, ucciso da diciotto coltellate, il villaggio decide che la colpevole dell'efferato omicidio non può che essere lei, Agnes. La donna che lo amava. E mentre, ormai condannata, attende la morte per decapitazione, Agnes racconta la sua versione della storia alle uniche persone amiche che il destino le concede nei suoi ultimi giorni: la moglie del suo carceriere, e un giovane e inesperto confessore. E anche se la morte sarà la fine inevitabile, per Agnes la vita continua altrove: nei pensieri, nei sogni, nelle storie che ha letto, e nell'amore per Natan. Le cose che appartengono soltanto a lei, e che nessuno potrà toglierle.
RECENSIONE: Fuori infuria la tempesta, raffiche di vento si abbattono sulle finestre causando rumori sinistri e poco rassicuranti, in questa notte di luna piena, mentre io sono rintanata in casa chiudendo fuori l’oscurità. Eppure una parte di gelo e ombra si è accomodato nel mio cuore, una sensazione di perdita e dolore per la storia di Agnes Magnusdottir. Il suo nome risuona nella mia testa come un monito, un richiamo, un saluto e un abbraccio. Percepisco il freddo del Vento nel Nord nei miei pensieri, la neve tra i piedi e le nuvole pesanti sul cielo.
Sono qui, a chiedermi come poter parlare di lei, come far capire il legame che si è creato in questo breve periodo e l’unica risposta che trovo è il silenzio. Solo il silenzio può contenere le parole che non trovo e le emozioni che ho provato. Non esiste un modo giusto per affrontare la morte e ancora meno per raccontarla. Ma possiamo parlare della vita, di quella vita che tanto diamo scontata e che siamo sempre pronti a giudicare senza prenderci il tempo necessario per capirla davvero, quasi come se fosse un gioco. E forse è questo il bello della vita, perché non possiamo capirla fino in fondo, non è possibile. Ognuno avrà nascosto nel suo cuore delle verità che non potrà spiegare o raccontare a nessuno.

Agnes non si apre facilmente, ma attraverso una narrazione divisa tra un narratore esterno e i suoi propri pensieri, riusciamo a capire meglio questa donna ambigua e misteriosa che ha ucciso l’uomo per il quale lavorava, l’uomo di cui si era innamorata, Natan Ketilsson la cui reputazione è quasi leggenda. Natan era un guaritore, da alcuni adorato da altri odiato e accusato di stregoneria. Quel che è certo è che qualcosa di strano è accaduto e in una terribile notte nel 1828 qualcuno lo ha assassinato con 18 coltellate. Un omicidio terribile, violento, che sconvolge il paese e per il quale l’intendente reale Blondal desidera una pena esemplare nel proprio paese. Per lei e per i suoi complici. La verità viene narrata lentamente, durante gli amari giorni di permanenza nella fattoria e la sua presenza influenzerà molto la vita in quella famiglia. Eppure più ci avviciniamo alla verità del fatto e più che le cose sembrano sfuggirci dalle mani e ci troviamo sempre più trepidanti di conoscere ciò che è avvenuto e perché. Hannah Kent è riuscita a creare una storia potente e poetica, profonda e unica, la storia di una donna vissuta realmente e l’ultma condannata a morte in Islanda. Tutti conoscono il suo nome nel suo paese eppure non si hanno certezza sulla sua persona.


"Io resto muta. Determinata a chiudermi al mondo, a serrare il mio cuore e a tenere stretto quel poco di me che non hanno ancora rubato. Non posso perdere tutta me stessa. Mi aggrapperò a chi sono e stringerò le mani intorno a tutto ciò che ho visto e udito, e provato. Seppellirò tutto quel che mi rimane per immergermi negli abissi. Se parlerò, saranno solo bolle d'aria. Non riusciranno a carpire le mie parole. Vedranno la sguardrina, la pazza, l'assassina, la femmina che gronda sangue sull'erba e ride con la bocca piena di terra. Diranno «Agnes», e vedranno il ragno, la strega rimasta impigliata nella sua stessa letale ragnatela. Potrebbero vedere l'agnello circondato dai corvi, che bela per invocare la madre perduta. Ma non vedranno me. Perché io non ci sarò."
COSIGLI DI LETTURA DEL PORTALE:
PER CHI: ha voglia di una storia vera e dolorosa nel freddo nord
COLORE: blu oceano
CLIMA E AMBIENTE: una notte di tempesta di neve
Voi lo avete letto? Che ne pensate?
Complimenti per la recensione! :)
RispondiEliminaSinceramente non credo che leggerò questo libro molto presto, perché non è molto nelle mie corde (soprattutto in questo periodo) ma se avessi ascoltato la voglia sarei corsa a procurarmelo subito dopo aver letto la tua recensione! ^_^
Bellissima recensione, mi ha emozionata! Spero di leggerlo presto anche io, mi ispira sempre di più e le tue parole sono state davvero perfette, molto "emozionali" ed emozionanti <3
RispondiEliminaMi è piaciuto molto questo libro (e la tua recensione) è intenso e ben scritto e molto emozionante. Voglio leggere più libri così^^
RispondiEliminaBel Post Reina, è tanto che non passavo a trovari in particolare sono qui per farti un Invito al Rifugio per il prossimo Link Party
RispondiEliminaInfatti, al Rifugio, volevo farti sapere che da domenica 15 Marzo per un mese fino al 15 Aprile - ci sarà un Link Party degli Elfi dove tutte le blogger sono le benvenute - in particolar modo le vecchie amiche di Blog ;-)
Ti aspetto dal 15 marzo ala15 aprile - più saremo al Link Party meglio sarà per tutte/i Buona settimana
RispondiElimina