20 marzo 2012

# recensioni

Recensione "Multiversum" di Leonardo Patrignani

Eccomi appena riemersa dalla lettura di "Multiversum" un libro che ho atteso con trepidazione per via della trama che mi ha subito catturata.
Ho sperato davvero molto in questa storia e forse qui è stato il mio grande errore, perché come accade spesso, i romanzi che hanno grande pubblicità si rivelano delle delusioni colossali.
Tuttavia la copertina rimane bellissima!


Titolo: Multiversum
Autore: Leonardo Patrignani
Prezzo: € 15,00
Pagine: 368
Data di pubblicazione: 27 marzo 2012
Editore: Mondadori
Collana: Chrysalide

"E se la nostra vita non percorresse una sola strada, ma tutte quelle possibili?"
Trama: Alex vive a Milano. Jenny vive a Melbourne. Hanno sedici anni. Un filo sottile unisce da sempre le loro vite: un dialogo telepatico che permette loro di scambiarsi poche parole e che si verifica senza preavviso, in uno stato di incoscienza. Durante uno di questi attacchi i due ragazzi riescono a darsi un appuntamento. Alex scappa di casa, arriva a Melbourne, sul molo di Altona Beach, il luogo stabilito. Ma Jenny non c'è. I due ragazzi non riescono a trovarsi perché vivono in dimensioni parallele. Nella dimensione in cui vive Jenny, Alex è un altro ragazzo. Nella dimensione in cui vive Alex, Jenny è morta all'età di sei anni. Il Multiverso minaccia di implodere, scomparire. Ma Jenny e Alex devono incontrarsi, attraversare il labirinto delle infinite possibilità. Solo il loro amore può cambiare un destino che si è già avverato."

L'autore: Leonardo Patrignani è nato a Milano nel 1980. Diplomato al liceo classico Giuseppe Parini, ha intrapreso la carriera musicale col nome d’arte Patrick Wire. Ha girato il mondo con la sua band, i suoi dischi sono venduti dal Canada al Giappone. Cultore dei giochi di ruolo, fermo sostenitore dell’esistenza di forme di vita aliene, di professione doppiatore e lettore appassionato dei romanzi di Stephen King. Il Multiversum è il suo romanzo di esordio.
Sito del romanzo: Multiversumsaga



VOTO:


RECENSIONE: La storia parla di Alex e Jenny, due giovani ragazzi di 16 anni che abitano in due parti diverse del mondo, ma che riescono a comunicare telepaticamente tramite fugaci incontri in stato di incoscienza. Ansiosi di dimostrare a loro stessi che l'altra persona esiste realmente e che quindi i loro sentimenti non sono vani, decidono di incontrarsi dal vivo. Alex prende un aereo che da Milano lo porterà in Australia, ma quando arriva il momento non riescono a trovarsi pur essendo nello stesso posto. Il motivo è che Jenny e Alex vivono in due realtà parallele del Multiverso e per trovarsi dovranno imparare a viaggiare tra i mondi e dovranno farlo in fretta perché il Multiverso è in pericolo e solo la forza del loro legame può dargli una speranza di salvezza.

Leggendo questo libro mi è sembrato di trovarmi in un film come "In time" che ho visto da poco al cinema, dove le buone idee sono rovinate da piccoli e continui strafalcioni che rovinano tutto.
L'idea di base per la storia era molto buona, così come vari elementi inseriti nella trama. Il problema è stato il modo in cui queste risorse sono state sfruttate. Purtroppo sin dall'inizio ho avuto l'impressione di leggere un libro scritto da un ragazzino, o un libro per bambini, mentre invece dovrebbe essere un libro per adolescenti. L'impressione di fortissima ingenuità sia come trama, sia come tipo di scrittura, non mi hanno mai abbandonata, anzi pagina dopo pagina era più forte.
I personaggi sono abbastanza piatti, poco caratterizzati, come uno sfondo agli eventi della storia. Ho trovato le loro storie e le loro frasi un susseguirsi di stereotipi inverosimili e sdolcinati.
Non sono riuscita ad immedesimarmi in loro, ad appassionarmi alla loro storia, ad emozionarmi di fronte alle loro vicende e al loro amore. Li ho sentiti poco vivi, poco veri.
Il ragazzo che parte da un giorno all'altro verso l'Australia lasciando un biglietto ai genitori senza dare spiegazioni, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Poi l'amore professato per questa ragazza con cui ha scambiato pochissime parole e nessuno che si è preoccupato di farsi una telefonata, contattarsi attraverso internet o anche la posta... Figuriamoci! No, dopo quattro anni l'unica soluzione è decidere di partire da un giorno all'altro per l'Australia... Ma in quattro anni che hanno fatto? Perché non si sono semplicemente scambiati il numero o cercati su internet? Voglio dire, tra facebook, twitter e indirizzi mail non è più così difficile.
L'idea del Multiverso era buona se non fosse che a un certo punto tutto diventa confuso e insensato. Lo scrittore non si preoccupa di dare spiegazioni, ma oltre alla difficile comprensione del Multiverso e di come funziona decide, invece di trovare spiegazioni al suo funzionamento e alle varie teorie, di mettere insieme tutti gli elementi più strani e apocalittici che poteva. Quindi all'improvviso ci troviamo non solo in una storia di realtà parallele, ma anche in viaggi temporali, visioni del futuro e del passato, telepatia, viaggi astrali, il tutto trasformando all'improvviso la vicenda in una storia distopica e apocalittica ai limiti del surreale.
Il problema è che tutto questo, per quanto possa essere emozionante una situazione simile in un libro, non regge e il lettore si trova spaesato senza sapere più che cavolo sta succedendo e perché. Alla fine arrivi ad accettarlo proprio perché è davvero troppo confusionario, ma riflettendoci non ha molto senso.
Personalmente l'ho trovato troppo improbabile come tipo di vicende. Troppo da film fantastico per ragazzi anni '90. Non dico impossibile, ma improbabile.
Ad esempio il veggente che dice un paio di frasi e scompare nel nulla. Non ha senso. Sarebbe stato più bello un mistero più velato e più logico, mentre qui ci si lascia andare alla fantasia sfrenata perdendo di contatto la realtà.
Si arriva dopo la prima metà del romanzo in un turbinio di confusione totale che si sbroglia verso la fine, almeno nel minimo indispensabile.
Temo che lo scrittore abbia voluto inserire troppo in questo libro, facendo un miscuglio di tantissime cose diverse e ingarbugliandosi senza riuscire a venirne a capo.
Mi sono sentita immersa in un limbo di confusione tra l'angoscia di Stephen King e il romanticismo di Stephenie Meyer. La fine, una delle poche cose riuscite a mio parere, lascia le porte aperte ai prossimi capitoli e ti spinge a desiderare di andare avanti per scoprire cosa succederà. Mi ha ricordato molto la classica fine dei film sui supereroi in cui è previsto un seguito. Quasi sentivo la colonna sonora dopo l'improvviso buio della sala con i titoli di coda...
La fine, come dicevo, migliora leggermente il romanzo, che andando avanti con la lettura mi stava lasciando sempre più delusa e annoiata, perché finalmente ho ritrovato un po' di quella suspance che avevo all'inizio e una piccola emozione dovuta al desiderio di sapere come sarebbe finita. Una delle poche cose buone insieme alla scorrevolezza della narrazione.
Lo consiglio a chi ha voglia di un libro scorrevole e leggero da leggere in poche ore che narra un tema nuovo, e a cui non interessano spiegazioni o personaggi particolari che rimangono nel cuore.

COSIGLI DI LETTURA DEL PORTALE:
MUSICA: Tesla "Getting Better", canzone che ascolta il protagonista.

STATO D'ANIMO: desideroso di dolci avventure ai limiti del surreale
COLORE: verde acqua scuro
CLIMA E AMBIENTE: in vacanza in Australia

7 commenti:

  1. Ho appena finito di leggere la recensione.

    Dalla trama questo romanzo mi ricorda tantissimo un racconto letto da bambina (non ricordo nemmeno il titolo) in cui due ragazzi riuscivano a stabilire un contatto telepatico durante i momenti di incoscienza dovuti alla febbre alta. Qui la dimensione era la stessa; cambiava l'epoca (lui nel XX secolo, lei ai tempi della caccia alle streghe in America).

    Dopo la cocente delusione de Il mercante di libri maledetti (che ho abbandonato al ventesimo capitolo), preferisco stare alla larga dai "casi editoriali dell'anno".

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  2. Ciao Cassie! Grazie per essere passata a leggere la recensione! ^^
    In effetti è stato una grande delusione e comincio a non fidarmi più dei casi editoriali.
    Se ti ricorderai del racconto fammi sapere il titolo perché sembra davvero interessante e lo leggerei volentieri (soprattutto per l'ambientazione storica della caccia alle streghe).

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  3. Reina, bella recensione!!!
    Mi hai fatto capire che ho fatto bene a stare alla larga da questo libro...
    fin troppo surreale e confusionario se ho ben capito.

    Caio!!!

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  4. @ Reina: al momento ricordo che era una raccolta edita da Mondadori Junior. Il primo racconto era di Anne McCaffrey.

    A ogni modo, mi ero trascritta una frase di questo autore. Se la ritrovo, cerco su Google e ti faccio sapere.

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  5. Aggiornamento: ho ritrovato la frase, ma purtroppo ho segnato l'autore solo come "W. Lee".

    Ti cito il brano finale, sia mai che ci sia qualcuno bravo nei miracoli:

    "L'acqua gelida scorreva intorno alle gambe di Peter, mentre egli seguiva col dito il messaggio accuratamente cesellato che lei gli aveva voluto lasciare; il messaggio di una ragazzina, sotto forma di un simbolo molto più antico di ognuno di loro".

    Si tratta di una raccolta vecchiotta (inizio Anni Novanta forse). Il titolo mi pare fosse Storie di mondi lontani o qualcosa del genere.

    C'erano due raccolte simili; una di queste era curata da Isaac Asimov, ma sinceramente non so se fosse proprio questa.

    Mi spiace non poterti dire di più. :(

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  6. @Blake grazie mille! Mi fa piacere che ti sia piaciuta e che ti sia stata utile! In effetti non lo consiglio... ^^

    @Cassie oddio grazie mille! *____* Sei stata gentilissima! Mi dispiace che hai dovuto ammattire così tanto per rispondere alla mia domanda... Grazie di cuore!!! :D

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  7. Oh... non preoccuparti. Sono fatta così: vado avanti finché non arrivo al risultato prefissato.

    Se non l'avessi trovato, non sarei riuscita a dormire bene stanotte. ;)

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