Nasce una nuova collana, edita dalla casa editrice “L’Asino d’Oro”, destinata a distinguersi per l’originalità e l’incisività dei temi trattati, ma anche per la scelta degli autori, dal momento che non verranno privilegiati solo scrittori italiani e famosi, ma anche stranieri ed esordienti. Ad inaugurare questo nuovo spazio narrativo, battezzato col nome del “padre letterario” della civiltà occidentale, è l’autobiografia di Joyce Lussu.
Titolo: Portrait – Joyce Lussu
Autore: Joyce Lussu
Casa Editrice: L’Asino d’Oro
Collana: Omero
Pagine: 150
Prezzo: 12 euro
Data di uscita: 17 febbraio 2012
Trama: L’ironica e spregiudicata autobiografia di una donna irriducibile: dalla Firenze degli anni Venti alla Heidelberg di Jaspers; dalla clandestinità, alla guerra antifascista; dall’incontro con il patriota Emilio Lussu, alla ricerca di grandi poeti da tradurre, dal ’68, alle lotte femministe e a quelle del popolo curdo e più recentemente ambientaliste. La storia di una donna che non voleva essere considerata speciale. Una donna vitale, intelligente, coraggiosa che, raccontando se stessa svela pensieri e passioni, denunciando, con una semplicità e immediatezza spesso disarmanti, verità enormi e problemi di tutti i giorni, sia politici che umani. Ecco una lettura dei fatti vissuti in prima persona che, con parole semplici e toccanti fa aprire gli occhi su realtà importanti e profonde: dal rapporto uomo-donna a quello genitori-figli. Attività politica, interessi personali, affetti, identità sociale, speranze concrete per il futuro: tutto questo era Joyce Lussu, senza mai perdere la sua vitalità, il suo entusiasmo, il suo pensiero e la sua ricerca personale, mai come ora un vero punto di riferimento per tutti.
L’autobiografia di una donna controcorrente: questo è Portrait di Joyce Lussu. L’autrice ha dedicato l’esistenza all’impegno politico e civile, lottando contro il colonialismo e trattando temi troppo spesso tralasciati, come le disgrazie del popolo curdo. Famosa per la sua lotta antifascista, Joyce Lussu ha visto nascere la Repubblica Italiana. Ha vissuto in prima persona le drammatiche vicende di quegli anni, riportandole nel suo libro con grande lucidità a passione. E’ stata scrittrice, traduttrice e partigiana, ma non amava essere definita una “personalità” o una “donna speciale”.
Di origini inglesi (suo padre era un intellettuale liberale), Joyce Lussu crebbe e studiò in ambienti cosmopoliti, ricevendo una educazione diversa da quella delle sue coetanee, non formale. La sua famiglia, infatti, le insegnò fin da subitò l’amore per la cultura e per la politica, spronandola a guardare oltre le convenzioni con curiosità e sete di sapere.
Viaggiò molto, tra l’Italia, la Germania, il Portogallo e la Francia. A Heidelberg seguì le lezioni del filosofo Jaspers e vide nascere il germe del nazismo. Si laureò alla Sorbona in Lettere e in Filologia a Lisbona. Dopo gli studi iniziò il suo impegno politico e intellettuale.
Ricevette la medaglia d’argento al valor militare ed è ancora oggi famosa per aver tradotto il più importante poeta turco, Nazim Hikmet. Una figura molto attuale quella di Joyce Lussu. Le sue idee si possono discutere, ovviamente possono essere o meno condivisibili, ma il punto non è questo. Ciò che rimane oltre alle idee è l’immagine di una donna ribelle ed intelligente, capace di scegliersi la vita e le battaglie e di portare queste scelte fino in fondo. Un grande insegnamento valido per tutti noi, nati in un mondo che ogni tanto dimentica il passato e i valori che ci hanno sostenuto fin qui.
La collana “Omero” è curata da Maria Gazzetti, che è stata per 14 anni alla guida della Casa delle Letterature di Francoforte ed è oggi direttrice della Fondazione Lyrik Kabinett di Monaco di Baviera. E’ esperta di letteratura contemporanea e tendenze letterarie tedesche.
L'autrice: Joyce Lussu, ovvero Gioconda Salvadori, nasce a Firenze l’8 maggio 1912, da genitori marchigiani con ascendenze inglesi. Insieme al fratello entra a far parte del movimento "Giustizia e Libertà" e nel 1938 incontra Emilio Lussu, con cui condivide la drammatica e spericolata vicenda della clandestinità nella lotta antifascista. Vive da protagonista i primi passi della Repubblica Italiana; promotrice dell’Unione Donne Italiane, milita per qualche tempo nel Partito Socialista Italiano e nel 1948 entra nella direzione nazionale del partito. Muore a Roma il 4 novembre 1998, all’età di 86 anni.
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