La trovo una storia meravigliosa e unica che riesce a commuovermi sempre. Non so perché mi fa questo effetto, ma la sento molto vicina. Infatti ho conservato il libro e ogni volta che posso rileggo questa meravigliosa fiaba che in poche parole riesce a racchiudere un universo di significato. Non saprei descrivere a parole cosa provo, ma spero che riesca a suscitare le stesse emozioni inesprimibili e bellissime anche a voi.
Vi lascio alla lettura...
UNA VOLTA HO TOCCATO IL CIELO.
racconto di M. Resnick
Nel mondo di Kirinyaga volano molti uccelli.
Li abbiamo portati con noi il giorno in cui noi, veri membri della tribù kikuyu, abbandonammo il Kenia e con un volo charter raggiungemmo il nostro nuovo mondo.
Là, sulla Terra, prima vivevamo bene. Poi arrivarono gli Europei, le città diventarono troppo popolate, l'inquinamento rovinò l'aria e le foreste, persino l'acqua dei fiumi diventò avvelenata.
Così noi venimmo a vivere qui, in armonia con le antiche usanze, quelle che si addicono ai kikuyu.
Io, Koriba, che sono lo stregone, gioisco alla vista degli uccelli, della molteplicità di colori che essi sfoggiano e traggo conforto dal loro canto.
Un pomeriggio, mentre ascoltavo il canto degli uccelli, ricevetti la visita di Kamari, una bambina non ancora tredicenne.
«Guarda» mi disse, mostrando stretto nelle mani un giovane falco ferito. «L'ho trovato, non sa volare.»
«Ha un'ala spezzata» dissi. «Posso curarlo, Kamari. Ma non potrò farlo volare. Credo proprio che prima o poi dovrò ucciderlo.»
«No!» gridò lei stringendosi il falco al petto. «Tu lo farai vivere e io mi prenderò cura di lui!»
«Sarà lui a non voler più vivere» obiettai.
«Perché no?»
«Perché non sarà felice.»
«Ci penserò io a renderlo felice. Tu guariscilo!»
Presi il piccolo falco, gli misi a posto l'ala, gliela fasciai. Kamari portò una gabbietta e il falco fu messo a riposo lì dentro: finché l'ala non fosse guarita, non doveva muoverla. Kamari venne ogni giorno a tenere pulita la mia capanna.
Un giorno Kamari prese in mano un mio libro.
«Che cos'è questo, Koriba?»
«È un libro, non ti riguarda, rimettilo a posto.»
«Leggimi qualcosa.»
Aprii il libro e cominciai a leggere. «”Vivrai con me, e sarai il mio amore, e scoprirai le gioie della terra al mio fianco. Da un picco roccioso staremo a guardare i pastori e il gregge pascolare in riva ai fiumi da cui nascono cascate ove gli usigoli...”».
«Ho capito!» esclamò Kamari. «È una storia! Insegnami a leggere.»
«A nessuna donna è permesso leggere.»
«Perché?»
«Perché la donna ha altri compiti: coltivare i campi, macinare il grano, tessere e portare in grembo i figli di suo marito» le risposi.
«Non è giusto, però.»
«Un tempo i kikuyu non avevano una lingua scritta e quindi non sapevano leggere.»
Intanto il falco guariva nella sua gabbia. Guariva, ma non voleva mangiare.
«Ci sono cose più importanti del cibo per lui» spiegai a Kamari. «Ha volato nel cielo e ha provato le carezze dei venti alti. Quando un uccello ha toccato il cielo non può più accontentarsi di trascorrere le sue giornate senza volare.»
«Anch'io mi sento come il falco» disse Kamari. «Lui ha trascorso la sua vita sognando di volare fra le nuvole, mentre io sogno di leggere parole sui libri. Anch'io vorrei toccare il cielo.»
Spero che vi sia piaciuto!
E' un bellissimo racconto! Grazie...
RispondiEliminaBuon Natale! :)
Sognatrice
a bordo
Veramente bello e significativo. Buon Natale.
RispondiEliminaFelice Nataleeeeee!!!!
RispondiEliminaMolto bello, grazie e tanti auguri anche a te
RispondiEliminaDavvero un bel racconto!Non lo conoscevo, grazie Reina! Buon Natale a tuttiiii! =P
RispondiEliminaE' un racconto bellissimo *_*
RispondiEliminaBUON NATALEEEEbul
Veramente bella :)
RispondiEliminaAnche secondo me è un racconto molto bello! BUONE FESTE!
RispondiElimina