29 agosto 2013

# recensioni

Recensione "Niels Lyhne" di Jacobsen


Niels Lyhne è considerato il capolavoro di Jacobsen, uno dei più grandi e famosi autori danesi. Mi aspettavo di più da questo libro, anche se rimane comunque una bella lettura.
Titolo: Niels Lyhne
Autore:
Jens Peter Jacobsen

Editore: Iperborea
Pagine: 264
Prezzo: 12,50 €
Data di uscita: 1995
voto:
Trama: Questo romanzo è un classico della letteratura danese moderna. Il protagonista è un eroe decadente incapace di vivere l'esistenza se non come spettatore, poeta nostalgico di una vita che non ha mai posseduto. L'opera affascinò scrittori come Thomas Mann, Rilke e Zweig, che lo definì il "Werther" della sua generazione. "Niels Lyhne" è anche una critica all'ateismo positivista, un quadro della tragica crisi della concezione laica e ottimista della realtà che il positivismo aveva esaltato. L'edizione presenta una nuova traduzione del danese di Maria Svendsen Bianchi e un'introduzione di Claudio Magris.



 RECENSIONE: Cosa significa vivere? Quante volte ci siamo persi il presente per programmare il futuro o rimpiangere il passato? Come ombre grigie passiamo su questa terra incapaci di afferrare la vita e viverla fino in fondo, trovandoci spettatori di noi stessi. Niels Lyhne è un aspirante poeta che usa la parola come aspirazione a una pienezza che non trova, le sue speranze e le sue idee sono vessilli di una spedizione alla ricerca di sé stesso in una continua lotta per trovare il suo posto in un mondo che gli è distante. Il suo vagheggiamento romantico non riesce a conciliarsi con la smania di vivere e lo lascia così pieno di malinconia e fervore passivo. La vita di Niels è contrassegnata da diversi momenti salienti, quasi separati l'uno con l'altro come se non avesse un unico filo logico ma solo varie e segmentate esperienze, così come frammentata è la sua esistenza divisa fin dalla nascita da un'ereditarietà scissa in due tra le fantasticherie piene di speranza della madre e la pratica e attiva accettazione del padre.
Gli ideali di Niels sono l'unica cosa che lo lega alla vita, la sua speranza di riuscire a viverla davvero mentre essa passa inesorabile davanti ai suoi occhi e allo stesso tempo si tratta di una cosa al di fuori della sua persona che lo allontana dal suo desiderio di vita, di azione. Come un inetto lascia che tutto accada senza riuscire a dominare gli eventi, come una madame bovary al contrario spera che la poesia diventi vita in modo da non dover più poetare ma gioire della poesia vivendo attivamente.
Su due basi si fonda il suo ideale: la ricerca dell'amore come atto di vita e l'inno all'ateismo positivo, ma entrambi rimangono pura astrazione e divengono fallimento.
L'ateismo diventa speranza per il futuro, cambiamento necessario all'umanità per liberarsi di una falsa illusione e riappropriarsi della terra, della vita. Ma la sua idealizzazione dell'ateismo è ben lontana dalla liberazione spirituale e fisica a cui aspira il protagonista, al contrario diviene la sua condanna all'incompletezza, alla malinconia e all'inettitudine perché gli uomini non sono ancora pronti a liberarsi dell'idea di Dio e della speranza di un'altra vita migliore.
Allo stesso modo Niels fallisce nella ricerca dell'amore e dei valori veri perché questi gli sfuggono dalle mani uno a uno e nella sua ansiosa ricerca finisce per tradire sé stesso e i suoi affetti. Niels rinnega la vita e rinnega Dio fino alla fine dei suoi giorni e la sua difficile morte lascia un amaro rispetto verso la sua ferma convinzione a non cedere.
Un libro davvero molto bello, anche se non mi ha emozionato quanto avrebbe dovuto. Impeccabile lo stile con una lirica meravigliosa, le parole di Jacobsen trascinano il lettore all'interno della psiche umana con una dolorosa malinconia, ma le vicende frammentarie non aiutano ad immergersi nella storia e si perde facilmente il punto focale della vicenda, per questo mi sono sentita spesso lontana dalla vicenda senza riuscire ad affezionarmi ai personaggi. Sono le loro idee, i loro pensieri, le immagini evocate a cui mi sono affezionata, ma non a loro che più che persone sono rappresentazioni di emozioni e azioni.
Rimane comunque un libro unico che lascia molti spunti di riflessione e una sensazione di tramonto. L'idea dell'uomo che ha perso il suo punto fermo pervade il lettore e lo tiene stretto anche una volta finita la lettura.

COSIGLI DI LETTURA DEL PORTALE:
UMORE: malinconico
COLORE: opaco
CLIMA E AMBIENTE: una notte di nebbia

Voi lo avete letto? Che ne pensate?


1 commento:

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