06 marzo 2013

# articoli # Messico

Once Upon a Witch - Leggenda messicana: Il fantasma indifeso


Once Upon a Witch è una rubrica che ci terrà compagnia il mercoledì a giorni alterni e rigurda tutto ciò che ha a che fare con le streghe. Ci saranno consigli di rimedi naturali, leggende popolari, cronache di viaggi in posti antichi e magici, storie di streghe, informazioni sul paganesimo e sulle streghe, cristalloterapia, cromoterapia, fitoterapia, libri, film, feste, strumenti... Tutto ciò che riguarda ciò che sta intorno all'Arte e al mio vivere come strega.

 Il fantasma indifeso

Lidia era una bambina che viveva nel campo, con sua mamma; aveva dieci anni e non andava a scuola a causa dell'estrema povertà in cui viveva. Tra i suoi lavori vi erano il raccogliere mais, vendere alcuni frutti nel villaggio e il più difficile, prendersi cura dei suoi fratellini.
Sua madre, sebbene anche lei lavorasse, le piaceva divertirsi nei bar, per questo quotidianamente portava uomini alla sua umile dimora. Un giorno però, un uomo poco raccomandabile, arrivò per rimanere. Si mise comodo e pretese di essere servito come l'uomo di casa. A Lidia non rimase che ubbidire perché non voleva essere picchiata come la madre.
Era passato un mese e l'uomo non aveva dato segno di voler andarsene. Lidia pensò che questa volta la madre avrebbe deciso di rimanere con lui.
Questa situazione non era di gradimento alla figlia maggiore, perché gli adulti si ubriacavano quotidianamente e i bambini sembravano avere sempre più fame, per cui a Lidia non rimase che fare l'elemosina.
Una notte la bambina ottene denaro sufficiente per portare ai piccoli un po' di cibo. Felice attraversò i cespugli per arrivare alla sua casa, mentre all'interno sua madre e il suo padrigno si divertivano a bere tequila. Egli, notando l'arrivo di Lidia, si diresse al patio dove la bambina aveva riunito i suoi fratellini per dargli da mangiare.
Infuriato per questa azione, l'uomo confiscò il pane e il pollo, colpì i piccoli davanti allo sguardo indifferente della madre, il che portò Lidia ad avventarsi contro di lui per evitare che continuasse a picchiare i fratellini. Il patrigno non misurò la sua forza e sotto l'effetto dell'alcol, prese Lidia per i capelli e sbatté la sua testa contro una pietra. Lidia morì all'istante.
Passati alcuni mesi, l'uomo e la madre continuavano la loro relazione, però il rimorso non li lasciava vivere in pace. Decisero di trasferirsi nella capitale, dove nessuno li conosceva, dato che i piccoli dicevano costantemente che vedevano e parlavano con Lidia.
Spaventati perché lo spirito della bambina gli appariva per coprirli di vergogna, fuggirono prima di quanto avevano pianificato; di modo che Lidia non ebbe tempo per far pagare all'uomo il crimine che aveva commesso.
A causa dei dubbi della madre, la sua casa fu venduta. Alcuni forestieri si presero cura dei campi di mais, demolirono la umile casa e costruirono una casa più grande, sebbene mancassero i servizi di base.
Narra la leggenda che l'anima di Lidia continua a penare in quel luogo, perché la sua giovane età non le permise di capire che qualcuno le avesse tolto la vita; è per quello che appare per chiedere l'elemosina o un poco di acqua per i suoi fratellini. Lidia vaga come un fantasma indifeso che non ha potuto riposare in pace perché non si è ancora resa conto che è già morta.

1 commento:

Grazie per aver letto questo articolo. Sapere la tua opinione mi aiuta a migliorare.